Costruire una smart city non è solo una questione di tecnologia, ma di volontà politica, visione strategica e impegno collettivo. Proprio per questo sarebbe meglio parlare di trasformazione digitale delle città, inteso come un processo profondo che investe le infrastrutture cittadine per portare la città verso un livello superiore di funzionalità. 

Definire l'obiettivo

Il primo passo per costruire una smart city è definire degli obiettivi che si vogliono raggiungere. Questo significa mettere a fuoco le aree in cui si vuole investire, capendo quali sono gli elementi da potenziare per migliorare la qualità della vita dei cittadini. 

Uno dei principali obiettivi riguarda il miglioramento della raccolta delle informazioni in tempo reale su quanto accade in città: i dati più interessanti sono quelli che permettono alle autorità cittadine di poter prendere dei provvedimenti consapevoli in base alla condizione reale nelle strade urbane. 

Questo tema è strettamente legato ad uno di natura ambientale: costruire una smart city significa avere come asse portante la sostenibilità ambientale e tutte le iniziative che possono essere intraprese per migliorarla. 

Spazio quindi a tutte le soluzioni tecnologiche per poter non solo monitorare la qualità dell’aria e l’inquinamento urbano, ma anche ridurre la presenza di polveri sottili e anidride carbonica. D’altra parte, non bisogna dimenticare le implicazioni per quanto riguarda il costo dell’energia: in questo senso l’utilizzo di dispositivi di illuminazione smart consentono di migliorare il comfort cittadino e contenere i costi energetici laddove non necessari. 

Un altro obiettivo che ci si può dare quando si vuole costruire una smart city è il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture per i turisti: le aziende italiane devono molto alla presenza di viaggiatori ed è quindi necessario attrezzare le città affinché questi soggetti possano reperire facilmente le informazioni di cui hanno bisogno. Infatti, la vivibilità di una città non può essere misurata solo dai residenti, ma da tutti gli attori che la vivono. 

Potenziare l'infrastruttura

Una volta definiti gli obiettivi bisogna capire come potenziare l’infrastruttura. Nella maggior parte dei casi, infatti, il progetto di costruire una smart city deve confrontarsi con una situazione di partenza in cui i servizi di base sono carenti o ci sono stati pochi investimenti da parte delle autorità comunali, tanto nel loro miglioramento quanto nella manutenzione. 

Tra le principali aree d’intervento per migliorare le performance della smart city c’è l’installazione di centraline meteo, dispositivi in grado di raccogliere i dati sulle condizioni atmosferiche, come la temperatura, l’umidità, la pressione atmosferica, la velocità del vento e la direzione del vento. 

Queste informazioni consentono alle autorità locali di prendere decisioni informate sulla gestione delle risorse e dei servizi pubblici. Solo per citare un esempio, i dati raccolti dalle centraline meteo possono essere utilizzati per ottimizzare la gestione dell’illuminazione pubblica e ridurre il consumo di energia.

Quando si vuole costruire una smart city non bisogna sottovalutare anche l’importanza dei sensori di qualità dell’aria, ossia strumenti che possono rilevare la composizione dell’aria cittadina con una particolare attenzione alla presenza di gas inquinanti nell’atmosfera, come l’anidride carbonica, il monossido di carbonio, l’ossido di azoto e le particelle sottili. 

Monitorando costantemente la qualità dell’aria, si possono identificare le aree urbane in cui l’inquinamento è più elevato e adottare degli accorgimenti per migliorare la qualità dell’aria, come la regolamentazione del traffico e la promozione dei trasporti pubblici.

Al tempo stesso i dati raccolti da sensori di gas dell’aria possono essere resi noti anche ai cittadini che possono adottare dei comportamenti più sostenibili per tutelare la propria salute e quella degli altri concittadini.

Costruire una smart city significa migliorare le infrastrutture non solo per i cittadini ma anche per i turisti: ecco quindi che diventano essenziali i totem touch e spazi per le bacheche comunali. Questi strumenti consentono da una parte ai turisti di reperire più velocemente le informazioni di cui hanno bisogno, come l’individuazione delle fermate dei mezzi di trasporto; dall’altra sono un mezzo attraverso i quali le autorità locali possono comunicare con i cittadini le iniziative portate avanti per migliorare il loro benessere, come le mostre e le giornate di ingresso gratuito ai musei. 

Scegliere gli elementi che compongono la Smart City

La fase di scelta degli elementi che compongono la smart city e ridefiniscono l’identità di una città dopo la trasformazione digitale è un’operazione complessa. Tra gli elementi che fanno parte del DNA di una città digitalmente trasformata c’è sicuramente l’illuminazione urbana: si parla infatti di illuminazione adattiva, una tecnologia avanzata che regola e modula l’accensione, lo spegnimento o l’intensità dei dispositivi preposti all’illuminazione pubblica e stradale in base alle effettive condizioni di traffico, luminanza e meteo.

Il sistema di illuminazione adattiva funziona infatti grazie a due parametri: il sistema di telecontrollo e le telecamere con capacità di preelaborazione dei dati. Il primo è un sistema aperto di connettività che mette in contatto i diversi punti luce sul territorio attraverso uno specifico software; il secondo, invece, consente agli apparecchi di illuminazione di entrare in contatto con i gateway nelle diverse fasi di monitoraggio e gestione.

Un secondo elemento da considerare quando si vuole costruire una smart city è la fibra che consente a tutti gli altri dispositivi connessi della città di funzionare al meglio. Nelle grandi città il processo di cablaggio delle strade è ad uno stato avanzato e questo rende possibile l’attuazione di progetti più complessi; tuttavia anche nelle zone in cui le infrastrutture non hanno ancora raggiunto un livello soddisfacente, è possibile intervenire per migliorare la qualità della vita dei cittadini: in questo caso si parla di low power, ossia reti posate su un protocollo libero che permette anche ai comuni più piccoli di accedere a questi servizi senza dover sostenere onerosi investimenti per portare la fibra. 

Un ulteriore elemento è costituito dai sensori di parcheggio che possono essere utili non tanto per la rilevazione puntuale del singolo stallo del Comune, ma per le aziende o per i parcheggi in cui bisogna pagare la sosta attraverso un’applicazione per smartphone. Il vantaggio per il cittadino è massimo dal momento che si può avere una fotografia dei posti liberi in un determinato parcheggio valutando l’occupazione media di quel parcheggio tramite i dati storici. 

Solo per citare un esempio: il Park Fogazzaro a Vicenza compie un’analisi dei dati storici e in tempo reale sui posti a disposizione, restituendo la probabilità che si ha di trovare parcheggio in quella zona.  

Il potenziale di questa tecnologia è ancora più rilevante per i parcheggi per i disabili che offrono una misurazione puntuale, dichiarando se sono occupati e per quanto tempo.