Il concetto di sostenibilità è diventato, nel tempo, uno dei mezzi per raggiungere lo sviluppo sostenibile. Ovvero la condizione di un modello di sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri obiettivi (Conferenza ONU sull’ambiente 1992).
il concetto di sostenibilità si è evoluto nel tempo, poiché associato ad una visione centrata sull’aspetto ecologico. Oggi ha assunto un significato più ampio, che tiene conto della dimensione ambientale, della dimensione economica e della dimensione sociale.
E quindi, quali sono i pilastri fondamentali per la sostenibilità?
I pilastri fondamentali per la sostenibilità sono 3:
- sostenibilità economica intesa come la capacità di un sistema economico di generare una crescita duratura degli indicatori economici, attraverso la creazione di reddito e di lavoro per il sostentamento delle popolazioni;
- sostenibilità ambientale intesa come la capacità di mantenere il capitale naturale ovvero qualità, disponibilità e riproducibilità delle risorse naturali e funzionamento degli ecosistemi;
- sostenibilità sociale intesa come la capacità di soddisfare e garantire le condizioni di benessere umano e delle necessità sociali e culturali (quali sicurezza, istruzione, salute, democrazia, partecipazione) attraverso una distribuzione equa per classe e per genere.
I 3 pilastri fondamentali della sostenibilità sono definibili come “interdependent and mutually reinforcing” (United Nations, World Summit on Sustainable Development, 2002).
E se la funzione del pilastro è quella di sostenere, il venir meno di uno dei 3 pilastri sopradescritti, comporterebbe la messa in discussione del significato stesso di sostenibilità e sviluppo sostenibile.
La sostenibilità economica:
– è la base dello sviluppo sostenibile;
– è la capacità di un sistema economico di generare una crescita duratura degli indicatori economici, attraverso la creazione di reddito e lavoro per il sostentamento della popolazione;
– è il perseguimento dell’efficienza economica attraverso un’attenta gestione delle risorse non rinnovabili;
– è lo sviluppo di un’ottica che regoli investimenti e lavoro in vista di equità intra-generazionale e inter-generazionale, sostenibile nel lungo periodo (Brown et al., 1987).
Quando si parla di sostenibilità, è fondamentale considerare il forte collegamento tra crescita economica e risorse naturali.
Il crescente sfruttamento e consumo di risorse naturali ha accentuato l’interdipendenza tra il sistema economico e quello ambientale.
In questo quadro si fa spazio il concetto di economia circolare, un modello di sviluppo sostenibile che coniuga i bisogni economici con quelli sociali e ambientali.
L’economia circolare prospetta il superamento dei limiti dell’economia lineare «take – make – use – dispose», attraverso un approccio rigenerativo in cui i prodotti sono progettati per avere una lunga durata ed essere riutilizzati, rinnovati, rigenerati e infine riciclati. (CE, L’economia circolare. Collegare, generare e conservare il valore, 2014).
L’economia circolare può essere considerato un nuovo paradigma della sostenibilità.
Perseguire i principi dell’economia circolare rappresenta un’opportunità per creare nuovi modelli d’impresa.
Fondamentale è il ruolo delle aziende che intraprendono percorsi di sostenibilità che coinvolgono tutte le fasi aziendali, dalla ricerca allo sviluppo, dalla produzione al consumo.
I modelli d’impresa a economia circolare si riferiscono, ad esempio, a forniture di prodotti:
– derivanti da materie prime eco-sostenibili;
– tracciabili e provenienti da materiali riciclati;
– progettati tecnologicamente per durare a lungo.
Tutti certificati ed etichettati utilizzando strumenti di riferimento internazionale che consentono di quantificare consumi energetici e impatto ambientale.
La sostenibilità ambientale è la capacità di mantenere il capitale naturale ovvero qualità, disponibilità e riproducibilità delle risorse naturali e funzionamento degli ecosistemi.
In questa dimensione, il concetto di sostenibilità auspica uno sviluppo che preservi le risorse naturali e protegga le risorse non rinnovabili attraverso azioni concrete come:
– riduzione dei consumi energetici;
– progressiva eliminazioni di agenti inquinanti;
– progressiva riduzione delle emissioni nell’atmosfera dei gas ad effetto serra.
Il concetto di sostenibilità ambientale è alla base del conseguimento della sostenibilità economica. Si parte dal presupposto che la modalità in cui è gestito il sistema economico impatta sull’ambiente e, viceversa, la qualità ambientale impatta sui risultati economici.
Fondamentale è l’adozione di una logica di sviluppo ambientale sostenibile che tenga conto della compatibilità tra attività d’impresa e mantenimento degli ecosistemi, e dell’impatto dell’attività e dei prodotti in termini di consumo di risorse, di produzione di rifiuti e di emissioni inquinanti.
L’obiettivo primario è lo sviluppo di processi produttivi che soddisfino al contempo l’efficacia ambientale, l’efficienza economica e la sostenibilità sociale.
La sostenibilità sociale è intesa come la capacità di soddisfare e garantire le condizioni di benessere umano e delle necessità sociali e culturali (quali sicurezza, istruzione, salute, democrazia, partecipazione) attraverso una distribuzione equa per classe e per genere.
Per poter adottare una forma di sviluppo sostenibile che contenga al suo interno anche la sostenibilità sociale, occorrono delle azioni efficaci operate congiuntamente da enti pubblici, istituzioni e imprese.
Le imprese, ad esempio, integrano nelle proprie strategie aziendali la Corporate Social Responsibility ovvero la Responsabilità Sociale d’Impresa, che comporta l’adozione di politiche aziendali capaci di conciliare obiettivi economici con obiettivi sociali e ambientali del territorio di riferimento.
Il Libro Verde della Commissione Europea del Luglio 2001 definisce la Corporate Social Responsibility come “l’integrazione volontaria, da parte delle imprese, delle preoccupazioni sociali e ambientali nelle loro operazioni commerciali e nei rapporti con le parti interessate (gli stakeholder)”.
Ci si aspetta che un’impresa socialmente responsabile registri benefici superiori alla media poiché la sua attitudine a risolvere con successo problemi ecologici e sociali può costituire una misura credibile della qualità della gestione (Industry Week, 15 gennaio 2001).
La responsabilità dell’impresa di generare profitti, si accompagna alla scelta volontaria di contribuire al raggiungimento di obiettivi sociali e di tutela dell’ambiente. L’obiettivo è considerare la responsabilità sociale, nel quadro della propria strategia e gestione aziendale, come un investimento e non un costo.
L’impresa, quindi, si impegna verso la collettività, da cui trae risorse, competenze, beni e servizi e verso cui assume un obbligo etico di diventare volano di sviluppo economico e sociale, nel rispetto dell’ambiente e delle sue risorse, a difesa degli interessi delle generazioni presenti e future.